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Il progetto minirugby

Il progetto minirugby

Le palle ovali di ogni grandezza e dimensione sono tornate a rotolare sul campo di San Pietro in Cariano. Dopo la ripresa dell’attività delle squadre Seniores e Juniores, anche i giovani atleti del minirugby sono tornati a respirare il profumo dell’erba verde e il clima della club house di Via Tofane. Un passo importante non solo dal punto di vista sportivo ma anche sociale, considerano il forte valore che l’attività sportiva made in Valpolicella rappresenta per la comunità e per le centinaia di famiglie coinvolte. Un ritorno in campo reso possibile anche grazie al know-how e alle competenze acquisite dal club durante i mesi di grest estivo, che nonostante l’emergenza Covid-19 è stato organizzato per permettere a decine di bambini di trascorrere tante ore di socialità all’aria aperta.
Due le parole d’ordine nella prima fase della ripartenza, ovvero sicurezza e divertimento, senza perdere di vista la trasmissione dei valori fondamentali e basilari del gioco del rugby. E con qualche novità anche dal punto di vista dell’approccio, come racconta il coordinatore minirugby della franchigia Valpolicella-West Verona-Lupos, Giovanni Musso: “Insegneremo i principi del nostro sport tramite dei giochi e degli stimoli attivi che allenano questi principi indirettamente, in modo da spingere i bambini a trovare più soluzioni per arrivare alla meta”. Un’idea ambiziosa e al passo con le più moderne modalità di apprendimento/allenamento: “Vogliamo inserire esercizi nuovi, tipici di altri sport, per sviluppare tutte le abilità necessarie al gioco del rugby. Il lancio, il passaggio, il placcaggio, i cambi di direzione, i calci, vanno a comporre un bagaglio tecnico completo e si apprendono più facilmente se i giochi sono diversificati”. Fun with a porpuse – divertimento con uno scopo – dicono gli anglosassoni: “In questo modo si alza il livello di curiosità, fondamentale per ottenere l’attenzione e quindi il vero divertimento dei ragazzi”, conclude Giovanni Musso, ex giocatore del Santamargherita adesso avviato alla carriera da allenatore. Questo nuovo punto di vista rappresenta per la società un approccio dinamico e aggiornato, che ha l’obiettivo di formare giocatori competenti dal punto di vista fisico e tecnico, tramite un percorso che parte proprio dai primi passi e arriverà alla formazione di atleti in grado di trovare anche da sé la risposta ai problemi e ai quesiti che il gioco del rugby, con le sue svariate situazioni di gioco, pone di fronte a sé.
Per quanto riguarda invece la seconda parola d’ordine, sicurezza, la Federazione Italiana Rugby ha da poco pubblicato il protocollo per l’organizzazione degli allenamenti, predisposto in coerenza con le vigenti disposizioni e con l’autorizzazione dell’Ufficio per lo Sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri, strumento adesso fondamentale per la ripresa, ad ogni livello, della pratica agonistica dell’attività. Principi e aspetti già recepiti e fatti propri dal club giallorosso, che come detto ha maturato una concreta esperienza grazie ai centri estivi organizzati nei mesi estivi.
Intanto, sempre da parte della Federazione si è in attesa di ricevere indicazioni ufficiali per la composizione e il format dell’attività Seniores. Da parte sua il Santamargherita prosegue l’attività di preparazione atletica, forte di una rosa che ha registrato i recenti ingressi dei sudamericani Bruno Devoto e Juan Manuel Rodriguez. Qualunque sia la sfida che la squadra dei coach Thrower-Previato sarà chiamata ad affrontare, la sensazione è che da parte della società nulla sia stato lasciato al caso.

 

Tratto da L’Arena del 21/09/2020

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