Si affrontano due squadre agli antipodi della classifica, ma questa non è mai stata, non è e non sarà una partita come le altre
. Tra giovanili, prima e seconda squadra è un appuntamento che si ripete ormai da decenni; il primo derby giocato nel campionato di Serie A risale invece al 2013.
I padroni di casa rappresentano una società partita dai campionati minori, che è cresciuta di anno in anno fino al raggiungimento della Serie A, nella quale milita dal 2010.
Una squadra costruita a piccoli passi, orgogliosa del proprio territorio e con una forte volontà di crescita costante.
Non a caso nella rosa del Valpo si contano circa l’80% dei giocatori nati e cresciuti rugbisticamente al Santamargherita, i quali sentono e trasmettono l’importanza della prossima partita a tutto l’ambiente.
Andiamo a sentire le parole di due figure, ad oggi nello staff medico, che hanno un’esperienza imparagonabile in tema derby. Matteo Filippini (Teo), e Francesco Burati (Buz).
Teo:
– Il tuo primo derby
Tredici anni fa al Gavagnin. Non ricordo il risultato ma perdemmo. Era il mio primo anno in prima squadra e quella con il Verona (allora CUS) era per me una partita come un’altra. Già dalle settimane precedenti però durante gli allenamenti si respirava un’atmosfera che mi fece capire che non sarebbe stato così.
Di quella partita ricordo bene il pacchetto di mischia avversario, che poi avrei rincontrato diverse volte negli anni successivi.
– Mai vinto uno, sapresti spiegare il motivo?
Ne ho giocati una ventina, tra serie A,B e Carli Cup. Se sapessi il motivo probabilmente ne avrei vinto qualcuno, sicuramente essere più cinici avrebbe aiutato.
Ci siamo andati vicini una volta: 10-10 in A1. Giocavamo in casa, brucia ancora.
– Adesso sei massoterapista, accompagnatore, ti abbiamo beccato anche a giocare durante un allenamento: come vivrai questo derby?
Si, mi allenavo proprio per il derby! Viverla da fuori sarà dura, essere in campo è un’altra storia.
Cerco comunque di fare il possibile per i ragazzi ed essere sempre a sostegno. Ammetto che c’è anche un po’ di sana invidia, giocare un derby è sempre una fortuna e un’opportunità. E prima o poi… Forza Valpo!
Buz:
– Il re dei soprannomi: una parola per definire il derby
SENTIMENTO: in alcun modo potrai affrontarlo con la testa, impossibile non ce la fai. L’unica volta in cui ho pianto dopo una partita è stato infatti quando lo abbiamo perso nel 2014, perché sapevo che sarebbe stata la mia ultima occasione prima del ritiro.
– Giocare un derby in casa: cosa significa?
Giocarlo in casa significa entrare in un mondo a parte, ti isola da tutto. Non sei più in un campionato, non sei primo, secondo o ultimo. Stai giocando letteralmente una partita a sé. Il resto non conta assolutamente nulla.
– Cosa pensi del Verona Rugby di quest’anno? E del Valpo?
Del Verona ho visto solo i risultati. Non ho mai visto neanche il nuovo impianto. Nella partita di ritorno avrò modo di conoscerlo. Mi interessa solo il Valpo a 360 gradi. Loro sono ad un livello diverso sotto tutti i punti di vista e possono esserlo grazie a pesanti investimenti. Il Verona di oggi è quindi completamente diverso rispetto al mio periodo.
Il Valpo ha chiaramente altri obiettivi e sta progredendo pian piano, con giudizio e razionalità.
– Che partita ti aspetti?
Tecnicamente domenica sarà molto dura, il divario c’è ed è evidente a tutti. Poi si sa, la palla è ovale e a volte rimbalza dove meno te lo aspetti!