Siamo negli anni ’90 quando un gruppo di giovani e talentuosi giocatori permette finalmente alla prima squadra del Valpolicella di fare un bel salto in avanti, dalla C2 alla Serie B.
Tra questi anche Cristiano Turri e Nicola Spagnolo (nella foto – anno 1991), compagni di squadra, ma soprattutto ottimi amici, che condividono con noi alcuni ricordi, senza dimenticare un consiglio ai più giovani.
Come vi descrivereste l’un l’altro?
Nicola: Cristiano è una persona meravigliosa, giocare con lui è stato un onore. Era l’anima della squadra, capace di creare sempre un clima allegro e goliardico. Con lui ho condiviso momenti che non scorderò mai.
Cristiano: Nicola è stato un estremo velocissimo, dall’intelligenza tattica innata, un vincente che non si dava pose e amava il rugby per il piacere del gioco. È un grande amico, leale e generoso, un vero regalo del rugby.
Avrete sicuramente vissuto molti momenti emozionati. Uno che vi è rimasto impresso?
Nicola: C’è una partita che ricordo sempre con gioia, quella contro il Mogliano, probabilmente per le mie condizioni psicofisiche decisamente ottime e in generale per la nostra bella prestazione. Credo sia stata la partita in cui ho segnato più punti.
Cristiano: Difficile scegliere. Gli anni nel Valpolicella sono stati tutti meravigliosi, mi hanno insegnato molto e mi hanno permesso di conoscere persone a cui sono tutt’ora legato. Porto nel cuore la gioia del riscatto nel primo derby di campionato contro il Cus Verona e ricordo con un sorriso le partite giocate in B contro il Selvazzano, sia per il loro ardore agonistico ma anche per i terzi tempi finali insieme agli avversari.
Una persona importante nel vostro percorso rugbistico?
Nicola: Non una persona, ma un gruppo eccezionale: la squadra con cui dalla C2 siamo saliti in B. Ottimi giocatori, grandissimi amici e persone fantastiche fuori e dentro il campo.
Cristiano: Ho avuto la fortuna di avere come compagno e amico Francesco Trecate, un giocatore coraggioso, intelligente, e in grado di risolvere situazioni difficili. Le sue attenzioni, parole e incoraggiamenti sono sempre stati molto utili.
Avete un consiglio da dare ai più giovani?
Nicola: Quando giocavo per me lo sport era quasi una necessità, una delle cose a cui tenevo di più. Per questo ai ragazzi dico di metterci sempre impegno e passione, ma anche di divertirsi, di ridere e di essere sempre pronti a sostenere i propri compagni.
Cristiano: Il rugby è uno sport duro, giocato nel fango, per questo ci vuole carattere. Ma come dicono gli inglesi resta The Game, il gioco per antonomasia! Per cui divertitevi, sporcatevi, sbucciatevi le ginocchia, sudate, piangete, arrabbiatevi…e se sarete fortunati troverete amici veri per la vita.