Nella mattinata di sabato abbiamo avuto il piacere di incontrare la dottoressa Giovanna Brigo, psicologa specializzata in disturbi dello spettro autistico.
Il primo incontro è servito a sensibilizzare genitori, dirigenti e allenatori presenti in Club House rispetto al tema dei disturbi comportamentali di bambini e adolescenti.
La dottoressa Brigo interviene durante tutto l’arco dell’anno nelle scuole, per incontri di formazione con gli insegnanti e, soprattutto, per consulenze ai genitori.
Il Valpo è la prima società sportiva visitata dalla dottoressa, che è riuscita in questo primo approccio a fornire agli educatori degli strumenti molto utili per trattare casi di autismo.
“Prima di tutto ho cercato di presentare le caratteristiche generali dello spettro autistico. In un secondo momento ci siamo confrontati sulle modalità di approccio da adottare per inserire al meglio il bambino nel gruppo sportivo”, spiega la dottoressa, che continua: “È importante considerare e comprendere l’ipersensibilità sensoriale che spesso i bambini affetti da autismo possono avere. Bisogna evitare ambienti troppo rumorosi. Anche alcuni tipi di luci possono disturbare l’attenzione del bambino. L’educatore può organizzare lo spazio di gioco in modo da facilitare il più possibile le richieste. Fondamentale in tali casi è la modalità con cui vengono formulate le richieste: bisogna accentuare la gestualità e mostrare il tipo di esercizio che si vuole proporre. La semplice spiegazione verbale, senza un’azione correlata, può provocare dubbi e insicurezza e non risulta efficace.”
Una formazione di questo tipo è fondamentale per i nostri educatori, poiché oltre ad apprendere nuovi metodi di insegnamento, potrebbero aiutare anche gli altri bambini ad approcciarsi in modo corretto ai compagni con disturbi comportamentali.
“La scelta di avviare questo percorso formativo nasce da un confronto avuto con i Presidenti delle associazioni sportive che compongono la nostra Franchigia, in particolare con Mario Ramundo del West Verona Rugby. I casi di bambini con disturbi comportamentali più o meno accentuati non sono rari. I nostri Club vogliono essere inclusivi e cercare, nel limite del possibile, di offrire anche a questi bambini momenti di socialità e di svago che uno sport di squadra come il rugby è in grado di dare. Fornire ai nostri educatori una formazione e un metodo di approccio con questi bambini, grazie all’apporto di specialisti come la dott.ssa Brigo, è fondamentale, senza contare il fatto che queste tecniche educative sono molto utili anche per l’approccio con i bambini che non presentano disturbi comportamentali. Siamo fermamente convinti che lo sport e il rugby in particolare sia fondamentale per la crescita di ogni bambino ed è per questo che a tutti i bambini deve essere data l’opportunità di praticare sport in ambienti sani e inclusivi. Noi, compatibilmente con le nostre capacità e le nostre risorse umane e organizzative, vogliamo come società sportive dare il nostro contributo”, commenta Luciano Gobbi, presidente del settore giovanile giallorosso.
Trovare motivazione nello sport può valorizzare le capacità del bambino, aumentando l’autostima e aiutandolo anche nelle altre situazioni della vita quotidiana.
Il Valpo, in sinergia con il West Verona Rugby e le altre società della Franchigia, vuole mettersi a disposizione delle famiglie per aiutare i bambini con disturbi a trovare felicità nello sport, con l’auspicio di fungere da stimolo per migliorare in generale la qualità della vita.
È stato fatto un primo importante passo di un percorso non semplice, in cui approfondimento e aggiornamento accompagneranno gli educatori ad adottare con il tempo metodologie sempre più appropriate.