Non solo capitano della Prima Squadra. Mario Disetti è infatti anche preparatore atletico/motorio per i ragazzi dell’Under 16 e dell’Under 12 e 10, un ruolo che svolge grazie alle competenze acquisite durante il suo percorso di studi e laurea in Scienze Motorie, ma soprattutto grazie alla sua lunga esperienza in campo.
Mario, partiamo dall’Under 16. Come gestisci gli allenamenti?
Con i ragazzi più grandi mi vedo quattro volte a settimana, alternando diverse attività: lunedì lavoriamo sulla forza in palestra, martedì e mercoledì facciamo una mezz’ora di lavoro fisico in campo e venerdì un warm up tecnico con palla. Cerchiamo anche di variare la tipologia di esercizi periodicamente in base alla stagione, così da differenziare il lavoro e acquisire differenti abilità e competenze.
Come si svolge invece la parte di motricità con Under 12 e 10?
È un lavoro diverso rispetto a quello dell’Under 16 perché si tratta di categorie in cui i ragazzi sono ancora in età di formazione e sviluppo. Cerco quindi di abbinare l’aspetto motorio alla parte tecnica, con esercizi per aumentare l’agilità e la rapidità negli spostamenti, magari insieme a giochi a staffetta per stimolare sempre più i ragazzi.
Come ti rapporti con le differenti fasce d’età?
I ragazzi dell’Under 16 si trovano nell’età dell’adolescenza quindi sin dall’inizio ho sempre cercato di renderli autonomi, aiutandoli a capire quali sono le priorità durante l’allenamento, in modo che imparino a gestirsi anche da soli. Il loro è un percorso di crescita e maturazione. Per quanto riguarda Under 12 e 10 è importante privilegiare il gioco, il divertimento, ovviamente sempre nel rispetto delle regole.
Ti piacerebbe, in futuro, seguire i ragazzi anche come allenatore?
Attualmente sono soddisfatto del mio ruolo, ma sto comunque seguendo dei corsi per diventare allenatore, esperienza che tra l’altro ho già provato. È sicuramente una cosa molto diversa, dove ci sono più responsabilità e dove serve essere in grado di gestire al meglio tutta la squadra. Non so a livello adulto, ma certamente non mi dispiacerebbe seguire le juniores in futuro. Sono però dell’idea che serva sempre valutare eventuali nuovi incarichi in base agli impegni già presi: meglio poche cose fatte bene che molte fatte male!