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Dirigenti e ValpoMamme: Il Rugby una salvezza per i ragazzi

Dirigenti e ValpoMamme: Il Rugby una salvezza per i ragazzi

Il settore juniores del RCV, composto da circa 100 atleti e una decina tra allenatori e preparatori, conta su 3 punti di riferimento principali: Mara, Adriana e Catia.

Teoricamente accompagnatrici, praticamente il centro fondamentale di una grande rete di rapporti: l’anello di congiunzione tra genitori e società, tra società e atleti e braccio destro degli allenatori.

“Certo in un periodo come questo le responsabilità crescono e i compiti sono più delicati, ma siamo le prime a divertirsi. Della parte burocratica (visite mediche, tesseramenti e documenti vari) si occupa Luigia Mondin, che gestisce la segreteria di tutte le categorie. Noi raccogliamo le certificazioni prima degli allenamenti, misuriamo la febbre e diamo una mano nell’organizzazione logistica.”

Oltre che dirigenti accompagnatrici – Adriana, Catia e Mara – sono mamme di ragazzi adolescenti, che ormai da un anno stanno facendo i conti con uno stravolgimento di tutte le principali attività.

“Il rugby è, senza retorica, una salvezza. Li distoglie da schermi e videogiochi, li tiene in salute e li riporta alla tanto sperata normalità.”

Sono parecchie le differenze tra le categorie in questa situazione. I ragazzi Under 14 ad esempio vanno regolarmente a scuola e riescono quindi a mantenere in parte i rapporti con i compagni.

“Si lamentano chiaramente delle distanze, delle mascherine. A scuola ci sono (giustamente) protocolli severi, perciò classi diverse non possono incontrarsi in cortile o negli spazi della ricreazione. Non è facile per loro rinunciare al gioco e al contatto fisico, ma sono fantastici nel rispetto delle regole” ci racconta Mara Lodi.

Per under 16 e 18 parliamo invece di ragazzoni, indipendenti in campo e fuori.            “Sono in didattica a distanza ormai da tempo e si stanno abituando. Da quello che ci dicono non è assolutamente la stessa cosa, non solo a livello relazionale, ma anche didattico. Si distraggono in un attimo in casa, sono davanti a uno schermo e i professori, per quanto si sforzino, non riescono a mantenere l’attenzione di una classe intera. I programmi vanno avanti ma mancando l’aiuto reciproco tra compagni per comprendere meglio gli argomenti, viene meno anche l’interesse” dicono Adriana e Catia.

Il rugby diventa perciò una via di fuga, uno sfogo e un divertimento sempre più desiderato.

“La società ha dovuto riadattare i metodi di allenamento, ma i ragazzi sono felici. Vedono miglioramenti fisici e tecnici, poiché in questo periodo ci si è concentrati sulla formazione individuale. Chiaramente il desiderio è di tornare a giocare, a confrontarsi, hanno bisogno di agonismo. Le sfide personali che gli allenatori riescono ad organizzare sono però più che sufficienti per loro: vengono al campo euforici e con obiettivi diversi giorno dopo giorno.”

  • Un’ultima curiosità: perché vi siete messe a disposizione volontariamente e cosa vi spinge a continuare?

“In una parola: gratitudine. I nostri ragazzi sanno esprimerla in modo emozionante. Riconoscono i nostri sforzi anche nelle piccole cose, ci ringraziano e ci sorridono. Dovremmo desiderare di meglio?

In questo periodo inoltre arriva forte gratitudine anche da tutti i genitori. Come abbiamo spiegato, il rugby adesso non è solo attività sportiva, le cinque/sei ore di allenamento diventano le più importanti della settimana per i ragazzi, e noi lo sappiamo. Oggi i genitori ci ringraziano in modo diverso per quello che facciamo e noi siamo felici di poter dare una mano.

Infine, il Valpo ci ha trasmesso quel senso di appartenenza di cui spesso si parla. Non riguarda solo i ragazzi, siamo tutti parte di una squadra e proprio per questo ci sentiamo in dovere di fare la nostra parte.”

La gratitudine per queste ragazze e per tutti i genitori che si mettono a disposizione è enorme anche da parte della società. Perciò grazie alle mamme e ai papà, e grazie a questi fantastici ragazzi, che ci dimostrano con la costante presenza agli allenamenti la passione per il rugby e per la maglia giallorossa.

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